DIAGNOSI SBAGLIATA PER UN TUMORE AL SENO: IL RISARCIMENTO CHE SPETTA ALLA PAZIENTE
Una diagnosi errata di tumore al seno può provocare un danno decisamente importante. Ma in che cosa può consistere l’errore nella diagnosi? Le alternative sono due: il falso positivo si verifica quando viene diagnosticata la presenza di un tumore che in realtà non esiste; il falso negativo si verifica quando il tumore non viene diagnosticato ma in realtà c’è.
In quest’ultimo caso, come è facile intuire, la paziente vede messa a repentaglio la sua stessa vita. Tuttavia anche nel primo caso si concretizza un danno importante, anche se solo di tipo psicologico. Proprio per questo motivo, il risarcimento danni Torino può essere richiesto e ottenuto in tutte e due le eventualità .
Diagnosi sbagliata: quando si verifica?
Si è in presenza di una diagnosi errata di tumore al seno se il medico non riesce a interpretare o a leggere in modo corretto gli esiti del test o se non effettua i test diagnostici previsti in conseguenza dei fattori di rischio o dei sintomi riscontrati.
Si parla di diagnosi errata anche quando la paziente non viene sottoposta a procedure adeguate alla patologia di cui soffre o se non le viene raccomandato uno specialista più qualificato. Ovviamente, in questa casistica rientrano anche le situazioni in cui i sintomi associati al cancro non vengono identificati, indagati o riconosciuti.Â
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La diagnosi tardiva
Nel caso in cui dopo una mammografia una donna non venga informata in tempi rapidi della presenza di un tumore al seno, il ricorso alla terapia farmacologica non avviene secondo le modalità previste.
Maggiore è il ritardo e più consistente è la perdita di tessuto del seno: ciò vuol dire che la paziente è costretta a subire interventi più invasivi, a danno del suo benessere sia psichico che fisico, viste le conseguenze della radioterapia e della chemioterapia. L’asportazione della mammella, in circostanze simili, è più o meno inevitabile.
Le responsabilitÃ
Il medico che ha ritardato e sbagliato la diagnosi è unicamente responsabile. Quindi, la paziente può chiedere il risarcimento per il danno da malasanità , non patrimoniale: si parla, in particolare, di perdita delle chance di guarigione.
Qualora il ritardo della diagnosi dovesse provocare il decesso della donna, anche i suoi eredi possono presentare la domanda di risarcimento. Esso viene riconosciuto per l’apprensione patita nel momento in cui la donna malata scopre l’errore medico e capisce che per colpa di quella diagnosi ritardata le sue possibilità di guarire si riducono. La domanda di indennizzo deve essere presentata in primo grado.
Il falso positivo
Una richiesta di risarcimento può essere presentata anche in caso di falso positivo. Per esempio, qualche tempo fa il Tribunale di Palermo ha riconosciuto quello che è stato definito danno da sindrome ansiose, in riferimento a una donna a cui per sbaglio era stato diagnosticato un tumore al seno per il quale si sarebbe reso necessario un intervento chirurgico. Lo specialista che fornì la diagnosi errata fu obbligato a risarcire i danni emotivi di tipo ansioso che la donna ebbe a patire.
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