Risarcimento per infezioni post-operatorie: diritti del paziente e responsabilità ospedaliera

L’insorgenza di un’infezione post-operatoria rappresenta un evento avverso che può compromettere seriamente la salute del paziente e che può creare anche delle conseguenze gravi.

In tali circostanze, cosa succede al paziente? Quali sono i suoi diritti e le responsabilità della struttura sanitaria?

Il presente approfondimento cercherà di fornire un quadro esaustivo, spiegando le condizioni che legittimano il paziente a richiedere un risarcimento danni, le responsabilità civili e penali in capo al personale sanitario e alla struttura ospedaliera, nonché le procedure legali da seguire per ottenere il giusto indennizzo.

Infine si stabiliranno i presupposti per la configurabilità del danno biologico, morale ed esistenziale, nonché le modalità di quantificazione del risarcimento.

Risarcimento per infezioni post-operatorie, quali sono i diritti del paziente?

L’insorgenza di infezioni post-operatorie, pur costituendo un rischio intrinseco all’atto chirurgico, può dar luogo a responsabilità civile della struttura sanitaria e del personale medico qualora sia possibile dimostrare un nesso causale tra l’infezione e una condotta negligente, imperita o imprudente.

La normativa italiana, in particolare la Legge 8 marzo 2017, n. 24 (c.d. Legge Gelli-Bianco), ha introdotto significative modifiche al regime di responsabilità sanitaria, rafforzando la posizione del paziente e delineando più precisamente i presupposti per la configurabilità del fatto illecito.

In tale contesto, la Cassazione,  (cfr. Cass. civ., Sez. III, Sent. n. 6386/2023), ha precisato che l’onere della prova incombe sulla struttura sanitaria, la quale è tenuta a dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee a prevenire il rischio di infezione, secondo le linee guida e le buone pratiche cliniche.

Il paziente, dal canto suo, dovrà provare l’esistenza del danno biologico, patrimoniale ed esistenziale subito, nonché il nesso di causalità tra l’infezione contratta e il pregiudizio lamentato.

A tal proposito, la valutazione del danno biologico, che comprende la sofferenza fisica e psichica, è demandata al giudice di merito, il quale dovrà tener conto della gravità dell’infezione, delle sue conseguenze sulla vita del paziente e della durata delle cure necessarie.

In conclusione, il risarcimento del danno da infezione nosocomiale rappresenta un diritto soggettivo del paziente, tutelato dall’ordinamento giuridico italiano. Per ottenere il risarcimento, è fondamentale rivolgersi a un legale esperto in materia di responsabilità medica e di risarcimenti, il quale potrà fornire la necessaria assistenza nella raccolta delle prove e nella definizione delle strategie processuali più opportune.

Quali sono le responsabilità della struttura sanitaria?

La responsabilità civile della struttura sanitaria, in Italia, è disciplinata da una complessa rete normativa che mira a garantire la qualità e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, per il benessere del paziente, che è la priorità.

Il fondamento normativo principale è rappresentato dalla Legge 8 marzo 2017, n. 24, conosciuta come Legge Gelli-Bianco, che ha riformato in modo significativo il sistema di responsabilità medica e sanitaria.

Questa normativa, che si integra con i principi generali del codice civile, in particolare con gli artt. 1218 e 1228, ha affermato il principio della responsabilità contrattuale della struttura sanitaria nei confronti del paziente.

Il rapporto tra paziente e struttura sanitaria si configura come un contratto di spedalità, un contratto atipico attraverso il quale  la struttura sanitaria si impegna a fornire al paziente una serie di prestazioni sanitarie, che vanno oltre la semplice prestazione medica. In altre parole, la struttura si prende cura del paziente a 360 gradi.

Da questo nasce l’obbligo per la struttura di fornire prestazioni sanitarie conformi ai livelli di qualità e sicurezza definiti dalle leggi, dai regolamenti e dalle linee guida accreditate.

In caso di inadempimento o di inesatto adempimento di tali obblighi, la struttura sanitaria è tenuta a risarcire il danno patito dal paziente, sia esso biologico, patrimoniale o esistenziale.

La responsabilità della struttura si estende anche ai fatti illeciti commessi dal personale medico dipendente o ausiliario, in virtù del principio di responsabilità solidale di cui all’art. 1228 c.c. Pertanto, il paziente potrà agire in giudizio sia nei confronti della struttura sanitaria, sia nei confronti del singolo professionista sanitario.

La giurisprudenza ha costantemente affermato che l’onere della prova incombe sulla struttura sanitaria, la quale dovrà dimostrare di aver adottato tutte le misure idonee a prevenire il danno, secondo le linee guida e le buone pratiche cliniche.

In caso di infezioni nosocomiali o di altre complicanze post-operatorie, la struttura dovrà dimostrare di aver rispettato tutti i protocolli, di aver utilizzato dispositivi medici conformi alle normative vigenti e di aver fornito al paziente le adeguate informazioni sui rischi connessi all’intervento chirurgico.

In conclusione, il sistema della responsabilità civile in ambito sanitario italiano è volto a tutelare i diritti dei pazienti e a garantire loro il diritto ad ottenere un risarcimento equo e pieno per gli eventuali danni subiti a causa di errori medici o di carenze organizzative della struttura sanitaria.

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