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Asbestosi

Quando parliamo di asbestosi, ci si riferisce ad una malattia polmonare cronica che produce una cicatrizzazione localizzata a livello del tessuto polmonare. Si origina dall’inalazione di amianto o asbesto, termine dal quale deriva la denominazione della malattia.  L’asbestosi rientra a pieno titolo nelle malattie professionali, contratte quindi sul posto di lavoro. Fortunatamente ad oggi l’uso di asbesto o amianto è vietato, anche se non tutte le strutture che accolgono ancora il materiale, vengono demolite nel modo corretto, rappresentando quindi un fattore di rischio. Inoltre non tutte le aziende, o le abitazioni sono a norma di legge, esponendo così allo sviluppo, se pur ridotto, della malattia i seguenti lavoratori:

  • Idraulici;
  • Minatori;
  • Elettricisti;
  • Addetti alla bonifica dell’amianto;
  • Lavoratori ferroviari;
  • Lavoratori metallurgici.

I sintomi che si manifestano maggiormente in chi è affetto da asbestosi sono:

  • Respirazione affaticata;
  • Debolezza e conseguente difficoltà a resistere agli sforzi fisici;
  • Dispnea grave;
  • Insufficienza respiratoria;
  • Insufficienza cardiaca.

Inoltre, un soggetto fumatore affetto da bronchite cronica e asbestosi, può presentare forte tosse e il cosiddetto respiro sibilante. Con il progredire dell’asbestosi, respirare diventa sempre più complicato e faticoso. Per questo motivo è bene riuscire a prendere in tempo la malattia, non trascurando mai i piccoli sintomi.

Cause e sviluppo dell’asbestosi

La causa scatenante dell’asbestosi è l’inalazione di amianto, le sue sottili fibre penetrano nell’apparato respiratorio in modo lento e profondo. A livello polmonare si innesca una risposta infiammatoria, nella quale i macrofagi alveolari cercano di fagocitare le fibre tossiche, producendo citochine e sostanze ossidanti. Tutto però risulta vano: i macrofagi si distruggono, rilasciando altre sostanze e mediatori che richiamano l’azione di altri macrofagi. La risposta infiammatoria ha un carattere lesivo per la parete dei bronchi, e sollecita la fibrosi.

Inoltre l’esposizione all’amianto, può generare anche:

  • tumore polmonare (carcinoma);
  • tumore del mesotelioma pleurico (soprattutto nei soggetti fumatori)

Asbestosi: quali materiali possono causarlo oltre l’amianto

Non soltanto l’amianto rappresenta uno degli elementi più rischiosi e cancerogeni, ma anche altri materiali che spesso non vengono presi molto in considerazione. Vediamo di seguito di cosa si tratta:

  • Piombo;
  • Cromo esavalente;
  • Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti;
  • Alluminio;
  • Cloro metallico;
  • Cloruro di: cadmio, vinile monomero e di sodio;
  • Mercurio;
  • Naftalina;

È bene stare lontani da questi materiali, che non ritroviamo esclusivamente sul posto di lavoro, ma anche presso vecchie abitazioni. Dobbiamo nel caso essere equipaggiati in modo tale da non consentire l’inalazione di questi materiali altamente pericolosi per la salute. Come l’esperienza insegna infatti, risulta sempre più efficace prevenire, che curare la malattia.

Asbestosi: risarcimento danni e indennizzo

Il lavoratore vittima di asbestosi ha diritto ad un indennizzo da parte dell’INAIL  (fino al 15% di invalidità permanente), ovvero ad una rendita in caso di valutazione medico legale almeno del 16%.

Se poi la malattia professionale contratta dal lavoratore è diretta conseguenza della violazione, da parte del datore di lavoro, delle cautele imposte dalla legge a tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti sul luogo di lavoro, il lavoratore ha diritto di chiedere al datore il risarcimento dei danni ulteriori rispetto al danno biologico già indennizzato dall’INAIL, ovvero il cosiddetto “danno differenziale”.

Esso ricomprende al suo interno molteplici tipologie di danno (biologico, morale, esistenziale). L’integrazione risarcitoria rappresentata dal danno differenziale ristora, in sostanza, il danno alla salute e alla capacità reddituale, il peggioramento della qualità della vita del lavoratore e il suo turbamento interiore, derivanti dalla malattia.

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