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Come denunciare il mobbing sul posto di lavoro

Con il termine mobbing si intende un illecito civile, che – specialmente in alcuni contesti – può costituire anche un reato: è proprio in questi casi che la vittima di mobbing sul posto di lavoro può prendere la decisione di sporgere querela o di sporgere denuncia contro chi lo ha mobbizzato e, inoltre, può anche richiedere e ricevere un risarcimento danni per mobbing. 

Ma come denunciare il mobbing sul posto di lavoro? Questo è proprio l’argomento che tratteremo in questo articolo, iniziando dalla spiegazione di che cosa è il mobbing sul posto di lavoro.

Che cosa è il mobbing sul posto di lavoro

Come abbiamo detto, il mobbing è un illecito civile che può sfociare anche in un reato: ma in che cosa consiste, nel pratico, il mobbing sul posto di lavoro? Con mobbing sul posto di lavoro si intende quella oppressione e quella prevaricazione, specialmente psicologica, ripetuta nel tempo da parte di un datore di lavoro o di un collega nei confronti di un dipendente, al fine di umiliarlo e di emarginarlo. Più nello specifico, quindi, gli elementi costitutivi del mobbing sul posto di lavoro sono due:

  • il primo è quello soggettivo, rappresentato dal fine di questo comportamento, che come abbiamo detto è l’umiliazione e l’emarginazione di quel dipendente;
  • il secondo è quello oggettivo, costituito dalle azioni mosse a tale scopo, tra cui abbiamo le pressioni di tipo psicologico, le critiche non motivate l’emarginazione dalla vita lavorativa e così via.

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Come si può dimostrare il mobbing sul posto di lavoro

Come precedentemente anticipato, per poter richiedere e ottenere un risarcimento danni, il mobbing sul posto di lavoro deve essere dimostrato. Le prove che servono per dimostrare il mobbing sono essenzialmente due: i comportamenti mobbizzanti e i conseguenti danni causati da questi comportamenti. Per quanto riguarda la dimostrazione di queste due prove, ci sono due diversi modi:

  • i comportamenti mobbizzanti possono essere dimostrati attraverso testimonianze di colleghi oppure attraverso registrazioni audio o video, che immortalino i momenti di esclusione e di emarginazione vissuti dal soggetto mobbizzato;
  • i danni causati da questi comportamenti, invece, devono essere dimostrati attraverso la presenza di certificati medici.

A queste due prove, inoltre, sono correlate due diverse tipologie di danno, che sono:

  • i danni biologici, che vanno provati – appunto – attraverso accertamenti medici circa l’integrità psicologica e fisica del soggetto che ha subito mobbing sul posto di lavoro;
  • i danni esistenziali, che sono più difficilmente dimostrabili e per cui possono essere utilizzate anche le prove per presunzione, ovvero degli indizi che suggeriscano la veridicità delle parole del soggetto mobbizzato.

Quando denunciare il mobbing sul posto di lavoro e qual è la procedura

Dal punto di vista della giurisprudenza, il mobbing sul posto di lavoro può assumere rilevanza penale ex art. 572 c.p. nel caso in cui le condotte vessatorie si inseriscano in un rapporto lavorativo di tipo para-familiare, ossia in un contesto di ridotte dimensioni, in cui il rapporto tra datore e lavoratore subordinato si basa sull’informalità e sulla fiducia.

In casi come questo, è possibile denunciare il mobbing sul posto di lavoro alla pubblica autorità, querelando il responsabile entro tre mesi dall’ultimo comportamento mobbizzante e, quindi, dall’ultimo atto illecito.

Per presentare la querela o comunque per far emergere il mobbing sul posto di lavoro, si consiglia di rivolgersi ad un avvocato esperto in risarcimento del danno alla persona, per essere sicuri di ricevere il supporto idoneo durante la procedura.

Il nostro Studio Legale, esperto in risarcimento danni Torino e in tutta Italia, da anni si batte a tutela dei diritti del lavoratore.

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