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Emotrasfusione – Epatite C – Hiv

Risarcimento Danni per Emotrasfusione – Epatite C – Hiv a Torino: informazioni e consulenza su StudioLegaleRisarcimentoDanni.it degli avvocati Bombaci e Laganà

Nel corso degli anni sono accaduti svariati episodi di omessa vigilanza legati al sangue infetto, che sono poi sfociati negli scandali portati davanti all’Autorità Giudiziaria grazie ai soggetti colpiti, che hanno tutti presentato una denuncia in sede penale, oltre alla doverosa richiesta di risarcimento danni da emotrasfusione per aver contratto epatite c ed HIV.

Il più delle volte si tratta di patologie che possono insorgere anche svariati anni dopo essere stati contagiati, con la problematica non indifferente di dover rintracciare il periodo durante il quale potrebbe essersi verificato l’evento.

Tuttavia, nei casi in cui le particolari patologie che vengono curate con le trasfusioni obblighino il ricevente ad una serie di screening continui, l’eventuale infezione con una di queste gravi malattie verrebbe immediatamente evidenziata.

Effettuare degli accertamenti preliminari

Sebbene la persona ammalata pensi principalmente alla propria guarigione, non deve mai sfuggire il fatto che ci si trova davanti ad un classico caso di richiesta di risarcimento danni per malasanità. Come tale, l’integrità del soggetto assume anche un valore economico, come è giusto che sia, ed il carico emotivo ed umano che comportano determinate terapie, che magari dovranno protrarsi per tutta la vita, non possono che dar luogo all’inizio di una causa legale a tutela dei propri diritti.

Sono talmente tanti i fattori da prendere in esame per poter arrivare ad un giusto risarcimento, che solo un legale con esperienza nel settore potrà coordinare al meglio i vari specialisti che dovranno intervenire per la disamina del caso ed il suo corretto inquadramento. In questo frangente si documentano due aspetti di particolare rilevanza, quello della malattia, che affligge la persona dal punto di vista fisico, ma anche quello morale, che consta di tutte quelle sofferenze di tipo psicologico con cui la vittima è costretta a convivere tutti i giorni e per il resto dell’esistenza.

In ogni caso appare fin troppo ovvio che nulla può essere lasciato al caso, ma che anzi occorra un coordinamento giuridico scientifico di prim’ordine, per essere certi che quella vita che è stata in qualche modo rubata possa essere in qualche modo restituita con un risarcimento esemplare.

Sapere che non si è da soli

Lo spazio temporale che questo genere di eventi abbraccia si retrodata fino anche a 40 anni, e lo dimostra il fatto che alcune cause di risarcimento per l’epatite c hanno rischiato la prescrizione, stante il lasso di tempo che gli ammalati hanno impiegato per accorgersi che la loro malattia derivava appunto da una o più sacche di sangue infetto che gli era stato trasfuso decine di anni prima.

Il Tribunale di Roma con una sentenza del 2012 ha riconosciuto un risarcimento pari a 130 mila euro ad una donna che aveva ricevuto del sangue infetto a seguito delle diverse trasfusioni effettuate nel 1974 e nel 1975 per curare il suo stato leucemico. Il Tribunale di Napoli nel 2013 ha condannato il Ministero della Salute ad un risarcimento danni per epatite c, pari a circa 400 mila euro, da versarsi in favore degli eredi di una donna che aveva contratto questa grave malattia durante il ricovero in una casa di cura dove gli erano stati somministrati degli emoderivati.

La portata del fenomeno è quindi ben più ampia di quello che si possa pensare, al punto che anche la Corte di Strasburgo ha condannato più volte l’Italia a rifondere i danni ai cittadini infettati.

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