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Cos’è una malattia dermatologica professionale e come ottenere il risarcimento

Cos’è una malattia dermatologica professionale e come ottenere il risarcimento

9 Dic 2024

Le malattie dermatologiche professionali possono colpire alcuni lavoratori esposti a fattori di rischio ambientali e chimici sul posto di lavoro.

Il riconoscimento di queste patologie è fondamentale per garantire ai lavoratori i benefici legali e i risarcimenti dovuti.

È l’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro a riconoscere queste patologie e liquidare l’indennizzo delle malattie professionali, fornendo supporto sia ai lavoratori che ai datori di lavoro.

Esaminiamo i criteri di riconoscimento, le procedure per ottenere il risarcimento e le misure preventive per ridurre l’incidenza di queste malattie.

Cos’è una malattia dermatologica professionale

Le malattie dermatologiche professionali rappresentano una categoria di patologie cutanee causate o aggravate da fattori di rischio presenti nell’ambiente lavorativo. La normativa italiana, in particolare il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro), disciplina in modo esaustivo la tutela dei lavoratori esposti a tali rischi, e garantisce loro il diritto al riconoscimento di tale patologia e i conseguenti benefici assistenziali ed economici.

Tra le malattie dermatologiche professionali più comuni sono:

  • Dermatiti da contatto: causate dal contatto ripetuto con sostanze irritanti o allergizzanti presenti nell’ambiente di lavoro.
  • Tumori cutanei: indotti da esposizione a radiazioni ultraviolette o a sostanze chimiche cancerogene.
  • Altre patologie: infezioni cutanee, cheratosi attiniche, ecc.

Il riconoscimento della malattia professionale

Affinché una patologia dermatologica possa essere riconosciuta come malattia professionale, è necessario che sussista un nesso causale diretto tra l’attività lavorativa svolta e l’insorgenza o l’aggravamento della malattia stessa. Tale nesso causale deve essere dimostrato attraverso una rigorosa valutazione medico-legale, che tenga conto di elementi quali:

  • L’esposizione a fattori di rischio specifici: l’individuazione di agenti chimici, fisici o biologici presenti nell’ambiente lavorativo e capaci di indurre lesioni cutanee.
  • La natura e la gravità delle lesioni: la valutazione clinica delle lesioni cutanee e la loro correlazione con l’attività lavorativa svolta.
  • La documentazione medica: la raccolta di tutta la documentazione clinica rilevante, compresi i referti medici, gli esami diagnostici e l’anamnesi lavorativa.

Il lavoratore che sospetta di aver contratto una malattia professionale ha l’obbligo di denunciarla al datore di lavoro entro i termini previsti dalla normativa vigente.

Successivamente, dovrà rivolgersi alla competente autorità sanitaria per ottenere il riconoscimento della malattia e avviare le procedure per il risarcimento del danno.

Cosa prevede il sistema di tutela delle malattie professionali in Italia

La tutela delle malattie professionali in Italia prevede:

  • L’assistenza sanitaria: il lavoratore ha diritto alle cure mediche necessarie per la diagnosi e la cura della malattia.
  • L’indennità di malattia: in caso di inabilità temporanea, il lavoratore ha diritto a un’indennità economica.
  • La pensione di inabilità: nei casi più gravi, il lavoratore può avere diritto a una pensione di inabilità.
  • Il risarcimento del danno: il lavoratore ha diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa della malattia.

Come ottenere il risarcimento per malattia dermatologica professionale

Per ottenere il risarcimento per una malattia dermatologica professionale, è fondamentale seguire un processo legale accurato e basato sulle normative vigenti. Ecco perché è indispensabile affidarsi a un legale esperto.

Secondo il Decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro e sull’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, il lavoratore deve comunicare la malattia al datore di lavoro entro 15 giorni dalla manifestazione della stessa.

La Corte Costituzionale, con le sentenze n. 179/88 e 206/88, ha stabilito che tutte le malattie, anche non comprese nella tabella ufficiale, sono tutelate se il lavoratore riesce a dimostrare il nesso causale tra la malattia e l’attività lavorativa.

Il primo passo è rivolgersi a uno specialista in dermatologia, che effettuerà una visita accurata e redigerà un certificato medico dettagliato. Questo certificato attesterà la diagnosi e il nesso causale tra la malattia e l’esposizione lavorativa.

Successivamente, il lavoratore dovrà presentare una richiesta formale all’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), allegando tutta la documentazione medica necessaria.

L’INAIL valuterà la domanda e, se ritenuta fondata, procederà al calcolo del risarcimento. Il risarcimento può essere erogato in un’unica soluzione o in forma di rendita mensile, a seconda della gravità della malattia e dell’invalidità permanente risultante.

È importante notare che il diritto di chiedere il riconoscimento di una malattia di origine lavorativa scade dopo un periodo di tre anni, a partire dal giorno in cui si manifesta la malattia.

In conclusione, ottenere il risarcimento per una malattia dermatologica professionale richiede una documentazione accurata, il rispetto delle procedure stabilite dalla normativa vigente e il supporto di un legale esperto in risarcimenti e indennizzi.

Collaborare con un professionista del settore può facilitare il processo e garantire che i diritti del lavoratore siano tutelati in modo adeguato.

Esempi di risarcimenti ottenuti

Ecco due esempi di risarcimenti ottenuti per malattie dermatologiche professionali:

  1. Caso FIAT: diversi operai FIAT hanno ricevuto risarcimenti per dermatiti da contatto causate dall’esposizione prolungata a sostanze chimiche utilizzate nella verniciatura delle auto. L’INAIL ha riconosciuto la relazione causale tra le malattie contratte e le condizioni di lavoro, garantendo ai lavoratori un risarcimento economico e la copertura delle spese mediche.
  2. Caso Olivetti: gli operai dell’azienda Olivetti che hanno sviluppato dermatiti allergiche a causa di sostanze chimiche presenti nei prodotti di pulizia hanno ottenuto risarcimenti. La documentazione medica e i referti dei medici hanno dimostrato il nesso causale tra le malattie contratte e l’esposizione lavorativa, permettendo ai lavoratori di ricevere un risarcimento adeguato.

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