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Morali

Risarcimento Danni Morali a Torino: informazioni e consulenza su StudioLegaleRisarcimentoDanni.it degli avvocati Bombaci e Laganà

A differenza del danno biologico, che è rappresentato da una la lesione da cui residuano postumi permanenti sulla persona, il danno morale consta di tutte quelle sofferenze psicofisiche come ansia, patema d’animo ed altri stati di turbamento interiore che insorgono successivamente ad un evento negativo, ad esempio un grave incidente stradale.

Inoltre, il primo viene liquidato secondo un criterio tabellare, mentre il secondo attraverso un principio equitativo, ovvero tramite l’intervento di un Giudice terzo che deve dapprima quantificarne la portata e successivamente monetizzarne il valore.

Si tratta, quindi, di due voci autonome e indipendenti, che sono parti fondanti del più generale concetto di danno non patrimoniale.

A puro titolo di esempio: una denuncia con richiesta di risarcimento danni per calunnia, che è un reato penalmente perseguibile ai sensi dell’art. 368 del Codice Penale, porterà la persona che lo ha commesso verso una condanna di tipo detentivo, ma per quanto riguarda il senso ansia e frustrazione patito dalla parte lesa, il danno morale appunto, questo andrà ristorato con una somma di denaro il cui ammontare verrà indicato in Sentenza.

Cosa dice la legge

L’articolo 2059 del Codice Civile, indica espressamente che il danno non patrimoniale deve essere risarcito, ma solo nei casi previsti dalla legge.

Il verificarsi di questa condizione, inizialmente, era indicata come possibile solo se connessa ad un reato. Gradualmente la giurisprudenza ne ha allargato gli orizzonti interpretativi e concettuali al punto che ad oggi è degno di attenzione ogni comportamento idoneo a produrre una sofferenza interiore.

L’art. 1226 indica che la valutazione del danno, qualora non sia quantificabile, debba avvenire in via equitativa.

Per tale ragione è necessaria un’azione coordinata tra medicina legale e professionisti forensi perché la sua individuazione segua rigidi criteri scientifici, attraverso un percorso diagnostico che potrebbe includere anche accertamenti di carattere strumentale, finalizzati alla redazione di una dettagliata perizia idonea a corroborare qualsiasi richiesta di risarcimento per danni morali.

Alcuni esempi di applicazione del danno morale

I disagi che taluni consumatori si trovano ad affrontare durante i periodi di vacanza finiscono spesso sulle prime pagine dei giornali, tanto che è stata costretta ad intervenire su taluni casi anche la Corte Europea di Giustizia, che ha chiarito come anche questo genere di fastidi debbano ricomprendersi entro il perimetro del danno morale.

Un altro campo dove trova applicazione questa disciplina è il web, con particolare riferimento ai social network. Le denunce penali raccolte dalle Forze di Polizia e le conseguenti richieste di risarcimento dei danni morali per diffamazione a mezzo web, per esempio, hanno ormai raggiunto un livello quasi epidemico, stante la leggerezza con i quali vengono postati taluni commenti sgradevoli e la platea di persone raggiunte, potenzialmente costituita da milioni di persone.

Si pensi poi agli incidenti stradali oppure agli errori in ambito sanitario, i cui postumi invalidanti spesso gravano non solo sul fisico della persona, ma anche sulla sua condizione umana e lavorativa e sono quindi in grado di determinare sofferenze psicofisiche di elevata intensità.

Alcune sentenze sul danno morale

La Corte di Cassazione, Terza Sezione Civile, con Sentenza 901/2018 ha ribadito il carattere unitario del danno morale, che deve essere liquidato con voce autonoma, pur senza duplicazioni, rispetto al danno biologico. A tale scopo il risarcimento concesso ad una vittima di malasanità pari a circa 27 mila euro è stato ritenuto non congruo.

Il Tribunale di Monza, IV Sezione Civile, con la Sentenza 770/2010 ha riconosciuto ad una donna, destinataria di un messaggio diffamatorio su un social network, la somma di 15 mila euro come ristoro per l’offesa al suo onore e decoro, stante la forza denigratoria ed offensiva del linguaggio utilizzato.

Il 20 ottobre 2018 il Tribunale di Trento ha indennizzato sia i parenti prossimi di una ciclista investita da un’auto che la medesima, con la somma di 1 milione e 800 mila euro. In questo particolare caso i genitori ed i due fratelli della vittima hanno potuto richiedere all’Autorità Giudiziaria, tramite il loro legale, di pronunciarsi anche sulla sofferenza ed il turbamento che tale evento aveva indotto nei medesimi e sui loro nuclei familiari.

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